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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il figlio del boss Pino Rogoli in manette per tentativo di furto d'auto

Angelo Rogoli, 44enne di Mesagne, meccanico, inseguito prima da alcuni bagnanti, poi dalla polizia del commissariato neretino. L'hanno fermato nei pressi di Porto Selvaggio. L'auto di una turista barese aveva la portiera forzata e la centralina danneggiata

NARDO’ – E’ finito in manette perché accusato del tentativo di furto di un Fiat 500. A inseguirlo sono stati prima alcuni bagnanti, poi gli agenti di polizia del commissariato di Nardò. E alla fine è stato acciuffato e arrestato. Nei guai è così finito Angelo Rogoli, 44enne di Mesagne, meccanico pompista. E un dato non sfugge certo: si tratta del figlio di Pino Rogoli, uno dei boss indiscussi della Scu, riconosciuto come membro fondante della consorteria criminale salentina nei primi anni ‘80 e condannato a tre ergastoli.

Angelo Rogoli, che ha sempre svolto il mestiere di meccanico e che è comunque sempre stato lontano dalla criminalità organizzata e comune (praticamente mai un guaio con la giustizia fino alle scorse ore), è stato fermato dalle volanti di polizia del commissariato di Nardò, nei pressi del parco di Porto Selvaggio, dopo che alle 14,40, nella sala operativa, è giunta una telefonata. A detta di un cittadino, presso il parcheggio di un lido di località "Serra Cicora" era stato visto aggirarsi un individuo con cappellino a visiera.

L’atteggiamento era parso molto sospetto, tanto più che il richiedente, per telefono, aveva segnalato il probabile tentativo di furto di un’auto. Così una volante ha deciso di svolgere un sopralluogo in zona, scoprendo che anche altri due bagnati del lido avevano notato la stessa cosa, tanto da mettersi a inseguire a piedi il soggetto, nel frattempo datosi alla fuga per i campi.

ROGOLI Angelo occhi coperti-2Preziose sono state le indicazioni fornite per telefono, perché la volante, percorrendo un itinerario alternativo, è riuscita a giungere proprio nella zona dove si trovava il fuggitivo, forse ormai certo di averla fatta franca. L’inseguimento in auto è però terminato per impraticabilità del terreno. A quel punto, è stato necessario proseguire a piedi. Rogoli è stato oltremodo sfortunato, perché s’è ritrovato alle calcagna un agente con la passione della corsa di fondo e delle mezze maratone, che è riuscito così a fermarlo sfruttando il fatto di essere ben allenato.

A non accorgersi di nulla era stata giusto la proprietaria della Fiat 500: una 48enne di Bari. Rientrando dalla spiaggia aveva tentato invano di aprire con il telecomando la macchina, accorgendosi della forzatura della portiera e del danneggiamento della centralina elettrica.

Dunque, stando alle ricostruzioni successive, Rogoli sarebbe stato scoperto proprio nell’attimo di mettere in moto il mezzo, disfacendosi poi degli attrezzi per lo scasso durante la fuga nelle campagne. Ora risponde di tentato furto aggravato ed è stato condotto agli arresti domiciliari a Mesagne, su disposizione del pm di turno, Maria Vallefuoco. Il commissariato diretto dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì, nelle prossime ore, inoltrerà anche il foglio di via, con l’obbligo di non fare più rientro nel territorio neretino.

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