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Mensa, revoca legittima a Nardò: respinto il ricorso de “La Fenice srl”

La ditta aveva chiesto la sospensiva dei provvedimenti adottati del Comune. Oggi il primo round a favore di Mellone e i legali

NARDO’ - La decisione e il pugno duro dell’amministrazione comunale di Nardò per scongiurare qualsiasi tipo di timore, seppure presunto, sul servizio di refezione scolastica è stata valutata come legittima e lineare. Per questo il ricorso presentato dalla ormai ex ditta affidataria de La Fenice srl, per sospendere gli atti messi in auge dall’esecutivo e dagli uffici comunali di palazzo Personè  e relativi alla revoca cautelativa del contratto di appalto in seguito ai presunti casi di intossicazione alimentare lamentati da 174 bambini delle scuole cittadine, non è stato accolto. Dopo la sospensione del servizio mensa nelle scuole dell’infanzia e primaria di alcuni dei comuni interessati dalla vicenda dei malori, e delle presunte tossificazioni alimentari legate ai cibi consumati a scuola a metà ottobre, si era passati alla revoca cautelativa dell’appalto in essere con la ditta La Fenice srl. E  a fare da battistrada proprio il comune principalmente interessato dal caso mensa, quello di Nardò, che dopo gli sviluppi della vicenda, con la chiusura temporanea disposta dalla Asl del punto cottura di Galatone (poi regolarmente riabilitato), i 174 casi di tossinfezione alimentare tra i più piccoli e i 23 dipendenti risultati positivi a coprocultura e al tampone, aveva deciso di risolvere definitivamente il contratto.

Una decisione alla quale la società, che si era aggiudicata a suo tempo la gestione dell’appalto nel comune neretino, aveva subito contestato non solo con le controdeduzioni mediatiche, ma con un apposito ricorso cautelare (ex art.700 del codice di procedura civile) presentato presso  il tribunale civile di Lecce con la richiesta, con decreto o, in subordine, con ordinanza, di disporre “quanto necessario per evitare gli effetti della risoluzione del contratto del servizio mensa scolastica per il Comune di Nardò, consentendo la ripresa del servizio o, quanto meno, la sospensione dell'appalto, ma non anche la risoluzione del contratto, stante l'assenza dei presupposti di fatto e di diritto per tale risoluzione”. Ma questa mattina il sindaco Giuseppe Mellone e l’amministrazione comunale hanno avuto contezza di essersi aggiudicati il primo round (in attesa di ulteriori reclami a questo pronunciamento dei giudici o ad altri ricorsi in itinere) della controversia giudiziaria con La Fenice srl e di questo hanno dato notizia, in un’apposita conferenza stampa, convocata nel primo pomeriggio a palazzo di città dal primo cittadino Pippi Mellone, dell’assessore all’Istruzione Maria Grazia Sodero e alla presenza degli avvocati Paolo Gaballo e Riccardo e Vincenzo Renna. I legali incaricati dal Comune hanno ripercorso le tappe della controversia giudiziaria e comunicato quanto acclarato dall’ordinanza del tribunale civile che ha respinto la sospensiva richiesta dalla ditta e ritenuto “giusta” la revoca disposta dall’amministrazione comunale. Questo pronunciamento consentirà quindi di non avere, al momento, nuovi contraccolpi sull’espletamento del servizio di refezione nelle scuole, ripreso regolarmente dal 21 novembre scorso, con l’affidamento, scorrendo la graduatoria del bando di gara valido sino al 2019, alla terza ditta in lizza, la Turigest srl.              

“Siamo soddisfatti di questa ordinanza perché il giudice ha argomentato in maniera molto soddisfacente l’imputabilità dei malori ai pasti consumati il 18 ottobre scorso e quindi la responsabilità della ditta che forniva il servizio, anche sulla base della corposa documentazione medica, della Asl e delle famiglie” ha spiegato il legale Paolo Gaballo, “ovviamente  non si tratta di un provvedimento definitivo, perché naturalmente la soccombente ha diritto ad avanzare reclamo, ma siamo molto fiduciosi e soprattutto è stata evidenziata la linearità della condotta dell’amministrazione comunale. Pensiamo che la decisione odierna possa essere utile anche per le controversie aperte con gli altri Comuni”. Come si ricorderà i numerosissimi casi di tossinfezione alimentare lamentati a Nardò, successivi al pasto a scuola del 18 ottobre scorso, portarono il sindaco Mellone e l’amministrazione comunale (confortati dal parere dei legali), a procedere con la revoca del servizio a La Fenice srl e a decidere per il subentro nell’appalto della Turigest. Con  l’ordinanza emessa oggi il tribunale di Lecce ha respinto il ricorso cautelare avanzato dalla società per ottenere la sospensione d’urgenza dei provvedimenti di revoca da parte dell’amministrazione comunale.

Secondo alcuni passaggi chiave del provvedimento, per  il giudice civile la documentazione prodotta dalla Asl e i certificati medici dei bambini che accusarono sintomi di gastroenterite provano “in modo chiaro ed inequivoco” il nesso causale tra i pasti somministrati nella giornata del 18 ottobre 2016 e i malori, secondo un giudizio di alta probabilità che ne consegue da almeno tre circostanze fondamentali: l’elevato numero di soggetti interessati (174 bambini), il fatto che siano appartenenti a molti istituti scolastici, anche in comuni diversi, tutti allora serviti da La Fenice srl, e infine la stretta contingenza temporale tra la consumazione del pasto e gli eventi patologici.

L’ordinanza, oltre a dare piena legittimità all’operato del Comune, ha condannato la società ricorrente al pagamento delle spese legali. “Il giudice, di fatto, ha sposato in pieno la nostra linea difensiva” ha sottolineato l’avvocato Riccardo Renna, “e quindi la riconducibilità dei malori al pasto, definendola altamente probabile”. Sul versante della ditta ovviamente si valuteranno in queste ore le motivazioni e il responso dell’ordinanza dei magistrati della giustizia civile per capire quali possano essere i prossimi ed eventuali passi per far riconoscere invece le proprie ragioni e per tutelare la propria immagine professionale dopo il cosiddetto “caso mensa” e questo primo ricorso contro il Comune di Nardò non andato a buon fine. Non ha nascosto la sua soddisfazione il primo cittadino Pippi Mellone che nella sua chiosa finale, difendendo l’onorabilità professionale dei legali incaricati dal Comune, ha replicato in maniera puntigliosa contro “i gufi della giustizia” e alle critiche mosse all’indirizzo della sua giunta e all’operato dell’amministrazione su tale vicenda.

“Rivendico una scelta amministrativa coraggiosa e finalizzata principalmente a tutelare la salute dei nostri bambini” ha detto Mellone, “siamo ovviamente soddisfatti per aver agito correttamente e con pieno senso di responsabilità, smentendo clamorosamente i soliti contestatori di professione, che al tempo si sono spinti sino ad insultare noi e persino i legali incaricati e che oggi cadono miseramente nel ridicolo. Vorrei ricordare che in sette mesi abbiamo affidato incarichi legali per tre giudizi e per un costo complessivo di appena 11 mila e 500 euro” puntualizza il primo cittadino, “un fatto inedito per questo Comune. Chi si erge a maestro è figlio del passato, della Prima Repubblica, quando il Comune di Nardò affidava incarichi per parcelle pesantissime e per esiti giudiziari puntualmente fallimentari. Ma la cosa più importante oggi è la vittoria dei nostri bambini e delle loro famiglie. Una vittoria della salute”.

IL LEGALE DELLA DITTA: "DELIBERAZIONE SOMMARIA"

“Si tratta di una delibazione sommaria – commenta l’avvocato Pietro Quinto, che rappresenta La Fenice -, che, per definizione, non ha potuto approfondire gli elementi probatori dedotti dalla difesa della società ed in particolare la circostanza che l’iniziale accertamento eseguito sul personale della ditta si è dimostrato erroneo ad una successiva e approfondita analisi”.

“La qual cosa – prosegue il legale - incide sul procedimento logico secondo cui la causa della presunta intossicazione sia da ricollegarsi all’attività del personale della società”.

“Di conseguenza – aggiunge e conclude il legale - sarà introdotto immediatamente il giudizio ordinario davanti al Tribunale di Lecce per un pieno accertamento nel merito delle illegittimità della risoluzione disposta dal Comune di Nardò ai danni della società La Fenice e in quella sede la società farà valere il suo diritto a conseguire il risarcimento di tutti i danni determinati dalla frettolosa iniziativa del Comune di Nardò”.

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