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Sabato, 20 Aprile 2024
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Nardò e tassa rifiuti: azioni civili per rimborso Iva

Federconsumatori promuove l'iniziativa legale per il recupero delle somme versate dai cittadini negli ultimi dieci anni per la Tariffa di igiene ambientale. "Aggiunta del 10% di iva incostituzionale"

NARDO' - Oltre all'emergenza rifiuti che torna spesso è volentieri alla ribalta anche la beffa per l'aggiunta dell'iva pari al 10 per cento sulla tariffa dei rifiuti. E parte la battaglia delle Federconsumatori di Nardò che intende avviare per mezzo dei suo legali di riferimento, un'azione legale finalizzata al recupero da parte dei cittadini per il rimborso delle somme versate negli ultimi dieci anni per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città. A tal fine proprio dalle sede neretina dell'associazione di tutela dei consumatori è partito l'invito a cittadini di Nardò a recarsi presso la Federconsumatori "muniti delle ricevute di pagamento della spazzatura degli ultimi dieci anni, per intentare, con gli avvocati messi a disposizione, una battaglia legale ed un giudizio civile di rimborso dell'iva finalizzata al recupero di queste somme, finora illegittimamente percepite dalla ditta che a Nardò gestisce il servizio di smaltimento rifiuti". Secondo la stima della stessa associazione si tratta mediamente di somme che si aggirano dalle 300 alle 400 euro a famiglia.

E' da rammentare infatti che nel luglio dello scorso anno la Corte Costituzionale (con sentenza n°238), ha definitivamente sancito la natura tributaria della tariffa di igiene ambientale. Così anche nel comune di Nardò si sono apportate le dovute modifiche al regolamento per rendere congrua l'applicazione del tributo. Da quest'anno, infatti, il servizio di igiene ambientale viene riscosso dal Comune di Nardò-Settore Tributi. Un cambio necessario per la migliore gestione del servizio di riscossione tributi. Ma non è così per la Ferconsumatori neretina che spiega alcuni dettagli. "Abbiamo pensato ad un servizio migliore e necessario" affermano i responsabili dell'associazione Moira Epifani e Monica Raho, "ma ci siamo illusi troppo presto che un Comune così poco attento al cittadino-consumatore potesse davvero mettere le famiglie di Nardò, ormai da anni protagoniste passive della questione spazzatura e caro-rifiuti, nella condizione di avere un città più pulita in primis, e un servizio di igiene ambientale meno costoso degli anni passati, quando alla Tia veniva regolarmente ma incostituzionalmente aggiunto il 10% di iva, pagato dalle tasche dei cittadini di Nardò, una cifra esorbitante se si pensa che mediamente sono state scippate circa 300-400 euro per ogni famiglia neretina negli ultimi dieci anni".

Ma non solo. Dalla sede di via Aldo Moro della Federconsumatori si esplicita ancora: "Ora alcuni cittadini avranno probabilmente ricevuto l'avviso di pagamento della tariffa rifiuti e del tributo provinciale per l'anno 2010. Diciamo probabilmente in quanto, essendo l'avviso spedito per via posta-ordinaria esso poteva, e in certi casi così è successo, non giungere a destinazione del cittadino che, ignaro del cambiamento di programma in merito alla riscossione tributi, oggi addirittura rischia di trovarsi lievitata e non di poco la cartella di pagamento. Stando infatti a quanto recita il regolamento comunale sulla tariffa servizi gestione rifiuti, così come modificato dal Consiglio Comunale relativo alle maggiorazioni su tariffa e sanzioni si legge che, se l'utente non dovesse pagare entro il termine di scadenza indicato, sarà a suo carico applicata una sanzione del 30% sull'importo della tariffa, vale a dire che se entro detto termine di scadenza indicato sull'avviso di pagamento notificato con posta ordinaria, e non con posta raccomandata, la sola che garantirebbe davvero la notifica al destinatario, un cittadino doveva pagare 100 euro di tariffa, decorso detto termine di scadenza quella tariffa sarà di minimo 130 euro. Ma l'atto notificato via ordinaria" si chiedono le responsabili neretine, "può considerarsi idoneo? Inoltre, se Tia e Tarsu, sotto il profilo della struttura, della funzione e della disciplina complessiva della fattispecie dei prelievi, presentano così forti analogie, perché a Nardò l'obbligo di pagamento non è legato solo all'utilizzazione di superfici potenzialmente idonee a produrre rifiuti, ma anche al numero dei componenti del nucleo familiare?"

Ultima curiosità finale sviscerata da Federconsumatori rimanda nuovamente al discorso dell'Iva. Con un dubbio: "E' così assodato che dal 2010 le bollette della spazzatura nei confronti dell'utente devono essere emesse dal Comune e non più dal soggetto gestore, cioè dalla Ditta Bianco Igiene Ambientale. Il dubbio è che Bianco, visto che gestisce il servizio, emetta una fattura complessiva nei confronti di Palazzo Personè con l'Iva, sempre del 10 per cento, che a quel punto l'ente ricaricherebbe sul contribuente come costo. Se così fosse, il 10 per cento di sconto annunciato andrebbe a farsi benedire e in bolletta non ce ne sarà neanche l'ombra".

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