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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Nardò, lavoratori a rischio: il caso del Gruppo Ses

E' iniziata la protesta dei lavoratori contro la decisione aziendale di ridurre il personale e passare a nuovi licenziamenti: nuovo caso Adelchi? Le proteste del sindacato e della Bellanova

NARDO' - La federazione italiana lavoratori legno edili e affini annuncia per domani mattina un incontro al comune di Nardò, mentre contemporaneamente continua il sit in di protesta dei lavoratori del Gruppo S.e.s. (Sevar Srl Grandi srl Italgecri srl) davanti ai cancelli dell'industria, contro i licenziamenti annunciati dall'azienda neretina.

Dopo l'esito negativo dell'incontro presso Confindustria a Lecce, tenutosi ieri pomeriggio 6 ottobre, la protesta dei lavoratori non ha tregua: già dalle prime ore di questa mattina, è in corso il sit in di protesta, sostenuto dalla Cgil e dal sindacato di categoria Fillea Cgil, davanti ai cancelli dell'azienda, in Contrada da Castellino. La lotta sindacale riprende con ancora più determinazione, dopo il rifiuto di riaprire la trattativa da parte dell'Azienda durante l'incontro di ieri presso Confindustria. "Dai vertici dell'Azienda - sostengono dal sindacato - non c'è infatti nessuna volontà di reintegrare i lavoratori licenziati".

Alla vicenda ora si stanno interessando anche le amministrazioni locali: per domani mattina, 8 ottobre, alle 11 è stato convocato un ulteriore incontro presso il Comune di Nardò.

La situazione in cui versano i lavoratori è ormai nota. Nel corso del 2009, sono stati 14 i lavoratori licenziati, tra cui 2 delegati sindacali, da parte delle ditte Sevar srl e Italgecri srl e da settembre l'azienda ha comunicato di volere licenziare altre 10 unità lavorative (su un totale di 31 unità) con qualifica di operaio, attualmente impiegati con la terza ditta del gruppo, la Grandi srl. Detti licenziamenti sarebbero motivati dalla mancanza di commesse sufficienti per mantenere gli attuali livelli occupazionali.

Eppure soltanto pochi giorni fa la stessa Grandi srl aveva rinnovato sette contratti a tempo determinato. "Un comportamento quanto meno contradditorio - sottolineano i rappresentanti della Fillea Cgil. Nel frattempo infatti vengono notificati licenziamenti di personale con contratto a tempo indeterminato disattendendo precedenti accordi, siglati in sedi ufficiali con le Organizzazioni Sindacali, che prevedevano incontri preventivi qualora ci fossero state difficoltà. I licenziamenti avvengono senza preventiva consultazione con le parti sociali e senza voler valutare lo strumento degli ammortizzatori sociali".

La Fillea Cgil, pertanto, si oppone con forza all'atteggiamento assunto dall'Azienda e ribadisce che bisogna scrupolosamente attenersi a quanto già stabilito in fase di contrattazione a livello nazionale e territoriale tra le parti datoriali e sindacali, disconoscendo qualsiasi altra forma di contrattazione.

Sul nuovo caso aziendale, interviene l'onorevole Teresa Bellanova del Pd, che si sta da tempo già interessando della questione Adelchi: "Anche i lavoratori del gruppo S.e.s. - spiega - pagano il prezzo di quell'‘effetto psicologico' che il resto del mondo chiama crisi. Nel corso del 2009 sono stati già licenziati 14 lavoratori, ai quali si andranno ad aggiungere altri 10 molto presto. Altre 24 famiglie sull'orlo della disperazione, alle quali va tutta la nostra solidarietà ed il nostro sostegno. Ma anche qua c'è un'anomalia. L'azienda, mentre licenzia i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, conferma i contratti a tempo determinato. Un comportamento apparentemente anomalo, che merita approfondimenti. Mentre a Roma ci si preoccupa soltanto di salvaguardare in tutti i modi il Premier dai processi, nel Salento aumentano le famiglie la cui normalità è interrotta. Ancora altre vite frenate".

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