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Nardò, via Aldo Moro: la storia di una strada infinita

I disagi provocati da due anni dall'ormai familiare presenza del cantiere stradale muovono la richiesta di chiarimenti da parte del coordinamento neretino di Forza italia "Giovani per la libertà"

Accuse e sospetti accompagnano i lavori che da circa due anni, a Nardò, interessano via Aldo Moro, conosciuta anche come via del Mare e via di "Ognissanti". I disagi provocati dall'ormai familiare presenza del cantiere stradale, e le perplessità emerse sulla corretta realizzazione del progetto, provocano la richiesta di chiarimenti da parte del coordinamento neretino di Forza italia "Giovani per la libertà", e il tentativo di coinvolgere, in questa iniziativa l'intera cittadinanza. "Con lo scorrere inesorabile del tempo , via Aldo Moro desta sempre maggiore meraviglia e crescente stupore. A noi ha fatto enormemente piacere sapere di non essere i soli ad essere "incazzati" per come, da quasi due anni, (non) procedono i lavori su questa strada. Finalmente anche la cittadinanza neretina inizia a manifestare i primi dubbi sulla gestione e sulla gestione e sulla conduzione di questo cantiere".

Il coordinamento forzista, già da tempo fortemente critico sulla gestione amministrativo-comunale del cantiere, trova infatti nella lettera anonima che un cittadino ha inviato al sindaco di Nardò, un nuovo spunto per articolare la propria posizione sulla questione. In questa lettera, di cui viene fornita una copia, l'anonimo contestatore parte dalla conferenza stampa tenutosi in data 11 gennaio 2008, in cui l'assessore ai lavori pubblici di Nardò, "preannunciava l'avvio del procedimento per la rescissione del contratto con l'impresa Socoi", ossia con la seconda e attuale titolare dell'apparto di esecuzione dei lavori sul tratto stradale in oggetto, che sarebbe "colpevole di non aver ultimato entro i tempi stabiliti dalla legge le opere previste in progetto".

Colpa dell'impresa quindi, a sentire l'amministrazione comunale. L'ipotesi sostenuta nella missiva è invece che dietro questa richiesta di recessione si nasconda ben altro che la legittima azione del direttore dei lavori di fronte alla negligenza o grave ritardo della Socoi nell'eseguire i lavori, e che le colpe dello scempio tecnico-urbanistico non necessariamente ricadono per intero su quest' ultima. "Il progetto originario", questa la principale accusa mossa dall'anonimo scrivente, sarebbe "carente di alcuni elaborati previsti dalla normativa sui lavori pubblici e sicuramente di fondamentale importanza per l'esecuzione di un lavoro stradale quale quello di cui trattiamo." Queste carenze si sarebbero poi tradotte in particolare, oltre al generale disagio di un'interruzione interminabile della strada, in gravi e visibili problemi di pendenza, che causerebbero consistenti e pericolosi ristagno d'acqua anche nei tratti della strada aperti al traffico.

Nonostante la mancanza di questi requisiti, e con la conseguente "concreta possibilità che il provvedimento di aggiudicazione definitiva emessa dal comune, a favore della prima ditta appaltatrice, venisse annullato dal Tar di Lecce al quale nel frattempo aveva fatto ricorso l'attuale impresa Socoi, l'ufficio Lavori pubblici, non si sa bene per quale indifferibile urgenza diede ordine, alla prima impresa, di avviare i lavori." Questa "incomprensibile fretta" sarebbe quindi la principale responsabile dei problemi che hanno accompagnato, e che tuttora interessano i lavori di via Aldo Moro e non la leggerezza della Socoi, ossia della seconda impresa che, dopo la sentenza del Tar divenne la legittima appaltatrice dei lavori e che si sarebbe trovata a dover gestire un progetto carente, imperfetto e incompleto. Sbagliata la fase di progettazione e, di conseguenza, sbagliata la fase di realizzazione, in sintesi. È chiaro che se ci fosse qualcosa di vero in questa ipotetica ricostruzione dei fatti, l'ufficio lavori pubblica e l'intera amministrazione comunale sarebbe chiamata a rispondere di accuse e imputazioni estremamente gravi e compromettenti.

Ed è per questo motivo, ossia per far luce su questa vicenda e tutelare gli interessi della cittadinanza neretina, che il coordinamento "giovani per la libertà", chiede che "venga fornita una copia completa del progetto, degli allegati, degli ordini di servizio e di tutta la corrispondenza relativa al procedimento amministrativo e atti relativi a questa imponente opera pubblica. Inoltre, "per smentire l'anonimo concittadino e le conclusioni implicate nella sua lettera", viene rivolto al sindaco l'invito "ad impegnarsi per mettere a disposizione dei cittadini una copia completa del progetto sul sito internet dell'amministrazione comunale". Necessità di chiarezza o strumentalizzazioni politiche ? Ipotesi fondate o interpretazioni errate e fantasiose dei fatti? Si attendono nuovi sviluppi per tentare di rispondere a questi interrogativi.

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