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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Nuova bagarre sullo staff di Mellone. “Assunzione a tempo pieno e costi raddoppiati”

Il consigliere Siciliano contesta le disposizioni della delibera di giunta nella quale è stato approvato il piano triennale delle assunzioni a tempo determinato tra cui i tre collaboratori del sindaco

NARDO’ - Torna nell’occhio del ciclone e sotto la scure della contrapposizione politica a Palazzo Personé la composizione e soprattutto la remunerazione dei professionisti assunti nello staff del sindaco Pippi  Mellone. A snocciolare nuove determinazioni per i tre componenti fiduciari del primo cittadino di Nardò e soprattutto a lamentare il “raddoppio” dei costi relativi al compenso annuo per i tre collaboratori dell’amministrazione comunale è il consigliere comunale del Pd, Lorenzo Siciliano che esibisce a corredo della sua denuncia politica anche gli allegati della delibera della giunta comunale del 24 settembre scorso dai quali si evince il piano triennale delle assunzione a tempo determinato in carico al Comune sino al 2020.         

“Lievitano i costi della politica a carico dei neretini” attacca Siciliano, “con un colpo di mano incredibile, il sindaco Mellone, per il tramite della giunta e su sua espressa direttiva alla rimodulazione della posizione di lavoro degli addetti al suo staff  assunti a tempo determinato, raddoppia i costi, portando tutti i suoi amici collaboratori da part time a tempo pieno. Questo premio ai componenti dello staff per espressa volontà del  sindaco è contenuto all’interno di un allegato alla delibera numero  469 del 24 settembre scorso”. Sulla scorta della lettura e dalla decodificazione dei dati da parte del consigliere comunale dell’opposizione si prospetta anche il nuovo quadro economico relativo alle tre figure in seno allo staff del sindaco neretino che proprio in merito ai costi per i suoi collaboratori aveva precisato nei mesi scorsi che rispetto al passato (in riferimento in particolare all’ex amministrazione dell’ex sindaco Marcello Risi), con un esborso complessivo di appena 40 mila euro annui, si contenevano le spese a carico delle casse comunali per indennizzare i tre componenti assunti par time. Ora invece secondo Siciliano la musica tende letteralmente a cambiare e a contraddire l’impostazione sui tagli alle spese rivendicati da Mellone e la sua maggioranza. Entrando nel dettaglio di numeri e cifre Siciliano specifica che il portavoce del sindaco dal primo ottobre, passa da 15.200 ad oltre 30mila euro all’anno, l’addetto stampa da 25.300 ad oltre 30mila euro e l’esperto in politiche comunitarie da 16.540 a 32mila euro.Lorenzo Siciliano-2

“Queste promozioni di metà mandato” accusa il consigliere Pd, “porteranno a far spendere ai neretini oltre 240 mila euro per i prossimi trentadue mesi di legislatura. Quattrini sborsati per una ristrettissima cerchia di persone che ormai rappresentano in maniera chiara una vera e propria casta, a servizio di Pippi Mellone. Una manovra che i signori di palazzo si sono guardati bene dal pubblicizzarla. Come potrebbero, diversamente, dirsi vicini ai più deboli mentre aumentano gli stipendi dei propri fedeli collaboratori. Ricordo a tutti che il Mellone che oggi aumenta in maniera esorbitante i costi del suo staff personale era lo stesso che definiva come doppione la figura del portavoce e sbraitava contro i precedenti sindaci per le nomine di fiduciari esterni all’interno dello staff. Ma questa commedia avrà a breve una fine per la stessa mano di chi, ingenuamente, l’ha creata: quei neretini che hanno votato l’attuale sindaco”.

L’attacco denuncia di Siciliano sul nodo dei componenti dello staff segue la dura presa di posizione che il gruppo dell’opposizione neretina ha assunto qualche settima addietro lamentando l’assenza di agibilità democratica in seno al consesso comunale di Nardò. I cinque consiglieri Lorenzo Siciliano, Daniele Piccione, Carlo Falangone, Roberto My, Giancarlo Marinaci hanno infatti deciso di auto sospendersi da tutti i lavori delle commissioni e dei consigli comunali perché, a loro dire, “non è più tollerabile che il Comune di Nardò venga gestito come una società privata a conduzione dell’uomo solo al comando. Le 24 sedute di commissione consiliare di controllo e garanzia andate deserte per mancanza del numero legale, grazie all’assenza costante dei consiglieri comunali di maggioranza, le interrogazioni discusse dopo oltre un anno, le richieste di accesso agli atti puntualmente cestinate rappresentano il modo goffo ed arrogante con il quale Mellone e i suoi amministrano la cosa pubblica. Non parteciperemo ai lavori consiliari” hanno annunciato i consiglieri, “fino a quando il prefetto non vorrà ristabilire il rispetto del regolamento interno del Comune e delle leggi nazionali in materia che la maggioranza, con il benestare del sindaco Mellone, violano in maniera spudorata”.

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