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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Incastrato per il petardo vicino all'lAnt perché soccorse cagnolino morente

Nei guai il 32enne noto per l'accusa di tentata estorsione sul set del fil di Genovese. Questa volta risponde di danneggiamento

NARDO’ – Luca My, 32enne di Nardò, è finito di nuovo nei guai e questa volta per l’esplosione di un grosso petardo davanti alla sede locale dell’Associazione nazionale tumori di via Palermo. La vicenda provocò sotto Natale lo sdegno di tutta la politica locale.

Il movente resta ignoto e non è detto che esista davvero. Forse è stato solo un atto vandalico fine a se stesso, il classico “petardone” esploso solo per il gusto di farlo. Tant’è. Ora è indagato dai poliziotti del commissariato neritino diretti dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì per danneggiamento aggravato e accensione ed esplosioni pericolose.

Gli stessi agenti di polizia di Nardò l’avevano arrestato nel dicembre del 2014 perché accusato con un altro giovane di aver tentato un’estorsione ai danni della produzione del film “Sei mai stata sulla luna?” di Paolo Genovese. Lui negò davanti al giudice, ammettendo solo un furto di attrezzature con il complice e spiegando di essersi avvicinato al set cinematografico, in definitiva, solo per cercare di ottenere un ruolo di comparsa.  

Già assurto alle cronache nazionali (in fin dei conti, il suo nome fu accostato in quei giorni, loro malgrado, a quelli di Raoul Bova, Sergio Rubini e Neri Marcorè), ora My è protagonista di una vicenda che ha un aspetto particolare. E’ stato incastrato, in fin dei conti, per l’amore degli animali e per il rimorso. Un cagnolino spaventato terribilmente per lo scoppio, quel giorno (era il pomeriggio di domenica 20 dicembre), si era gettato da una terrazza al primo piano. E lui non ci aveva pensato un solo istante: l’aveva soccorso. Purtroppo la bestiola sarebbe morta comunque, dopo due giorni d’agonia.     

Gli agenti arrivati sul posto avevano accertato che l’esplosione del grosso petardo vicino alla sede dell’Ant aveva danneggiato lievemente un’autovettura Fiat Sedici, di proprietà della presidente.

Dopo aver acquisito i primi elementi e avviato le indagini, l’attenzione degli investigatori si era focalizzata su un soggetto notato a bordo di un motociclo. Questi si era fermato sul luogo dell’evento per poi sparire poco prima della deflagrazione. Individuati scooter e proprietario, un 39enne, questi dapprima aveva negato di essere il proprietario dello Yamaha, salvo cadere in contraddizione e, messo alle strette, confessare di aver prestato il mezzo al suo amico Luca My. Personaggio con precedenti, ben noto ai poliziotti.

Quest’ultimo, nel corso di un interrogatorio presso il commissariato, sarebbe a sua volta caduto in contraddizione, tanto da ammettere di essersi trovato sul posto al momento dello scoppio e di aver soccorso il cagnolino.

Questo elemento particolare, insieme a numerosi altri acquisiti nel corso delle indagini, ha permesso secondo gli investigatori in modo inequivocabile di attribuirgli la responsabilità del fatto. Resta, appunto, da appurare il movente, dato che non sono nemmeno state accertate richieste estorsive. Mentre il proprietario del cane deceduto per il momento non ha ancora formalizzato alcuna denuncia.

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