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Ipotesi di Maniglio: “A Nardò un moderno ospedale per tre comuni”

L'esponente Pd in consiglio regionale interviene dopo la manifestazione di sabato contro la chiusura del "Sambiasi" e lancia un'idea che farà discutere: "Una struttura moderna per Nardò, Galatina e Copertino"

 

NARDO’ – Dopo l’affollata partecipazione popolare alla manifestazione di sabato a Nardò, sulla programmata chiusura dell’ospedale “Sambiasi” interviene il vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Maniglio, del Partito democratico. Il centrosinistra pugliese, stretto tra l’incudine del piano di rientro dal deficit imposto dal governo nazionale e il martello delle mobilitazioni di piazza, cerca una via d’uscita.

Maniglio parte da quella che è la necessaria premessa: “I vincoli del piano di rientro, tanto per essere chiari, sono ineludibili e la riduzione dei posti letto, oltre che fissata dalle linee guida del ministero, è una delle condizioni perché i pugliesi non subiscano un taglio di quasi 500 milioni di euro”. Ciò detto, l’esponente democratico spiega perché non può essere il nosocomio neretino quello destinato al ridimensionamento: “Nardò è la seconda città del Salento, nel periodo estivo sono decine di migliaia i turisti che villeggiano sulla costa e nell’entroterra, i collegamenti con l’ospedale più vicino (Copertino) non brillano in termini di rapidità e sicurezza stradale”.

Dal vice presidente allora, una proposta che è destinata ad alimentare una frattura politica parallela a quella ideale che separa il Salento ionico da quello adriatico e che corre lungo la statale Maglie – Santa Maria di Leuca. L’idea è quella di un grande ed unico ospedale a servizio dell’area di Nardò, Copertino, e Galatina. “Stiamo parlando non di un ospedaletto che abbia le quattro  specialità fondamentali (medicina, chirurgia, ostetricia e ortopedia), come pure avevamo scritto nel defunto piano della salute,  ma di una struttura moderna, con tutti i reparti e con servizi ormai indispensabili per curare le urgenze, con macchinari e tecnologie all’avanguardia”.

“Questa è la soluzione concreta e praticabile in grado di risolvere il nodo dell’ospedale di Nardò”, sostiene Maniglio. “Non si tratta di rivendicare  una struttura sottoutilizzata sotto casa,  ma di realizzare un nosocomio che è in grado di curare rapidamente e in tutta sicurezza i pazienti anche per patologie serie, e corrispondere in tal modo al bisogno di salute dei cittadini”

Perché ciò sia possibile è necessario prima capire cosa verrà fatto dei fondi per l’edilizia sanitaria: “L’idea di localizzare i fondi per l’edilizia sanitaria su Scorrano-Maglie-Poggiardo,  di cui ho letto sulla stampa, mi pare assai debole. (A proposito, chi, quando e in base a quali motivazioni si è assunto un simile orientamento?). Anzitutto perché il bacino degli utenti è notevolmente inferiore a quello di Nardò-Copertino-Galatina (e Galatone); comuni sopra i 30 o i 15mila abitanti. In secondo luogo perché la struttura di Scorrano, potenziata e ampliata, geograficamente centrale in quell’area e già dotata di servizi avanzati, può corrispondere all’esigenza di un moderno ospedale intercomunale”.

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