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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Protesta alla pista di Nardò, è baruffa tra i sindacati

All'indomani della task force regionale e dello sciopero dei dipendenti della Ntc, è polemica con gli ex collaudatori in presidio permenente. Inconciliabili però le posizioni di Cobas e confederali

NARDO' - La dolorosa vicenda dei lavoratori, ex collaudatori di autovetture, della pista salentina di Nardò licenziati dalla società N.t.c., è balzata agli onori delle cronache per via del presidio permanente con tanto di sciopero della fame, organizzato dagli stessi all'ingresso della pista "Prototipo", in località Santa Chiara.

Il fine ultimo era, evidentemente, quello di tenere alta l'attenzione su un grave problema occupazionale lontano dalla soluzione definitiva: i 70 licenziati dalle due cooperative appaltate dalla Nardò Technical Service (una parte dei quali in cassa integrazione) ancora sperano di essere riassorbiti nella Ntc a fronte di un'attività lavorativa che, a loro dire, continua a pieno regime.

E senza di loro, vittime illustri dello stato di crisi dichiarato dall'azienda nel 2009.
La complicata vertenza occupazionale ora però rischia di sfociare in una guerra tra gli stessi dipendenti e i licenziati ("una nuova guerra tra chi è meno povero nei confronti di chi sta sul lastrico" come l'ha definita Salvatore Stasi dei Cobas), infarcita di una lotta intestina tra i sindacati.

La polemica tra Cobas e le tre sigle Fim, Fiom e Uilm dei sindacati confederali si sta consumando a colpi di comunicati, all'indomani del tavolo tenuto a Bari con la task force regionale impegnata in una soluzione tecnica della vertenza.
In quell'occasione (era il 18 luglio), Stasi aveva diffuso una nota durissima rispetto agli esiti dell'incontro che si era rivelato "l'ennesima presa in giro nei confronti dei lavoratori delle cooperative", questo perchè "la N.T.C. aveva proposto un percorso risibile, fatto di precarietà e con il solito ricatto che solo chi rinuncia alla causa per il riconoscimento di rapporto diretto aveva qualche possibilità di essere chiamato, ogni tanto, nei picchi di produzione".

A far salire la tensione alle stelle, sarebbe stato lo sciopero indetto il giorno dopo dai lavoratori della Ntc "contro l'ipotesi di rientro dei lavoratori delle cooperative, anche se solo per brevissimi periodi", precisa il sindacalista, anche se "i lavoratori delle cooperative non hanno mai chiesto di togliere qualcosa ai lavoratori diretti per usufruirne loro".

Questa presunta guerra tra poveri, insiste la Cobas, sarebbe stata "fomentata da Cgil Cisl-Uil con il beneplacito della N.T.C. che è l'unica che ne beneficia" e a riprova di ciò ci sarebbe stato il mancato interesse dei sindacati confederali nei confronti " dello sfruttamento, dei salari da fame e dei ritmi di lavoro disumani subiti dagli ex collaudatori", e il loro "silenzio quando sono stati fatti firmati accordi ignobili con la N.T.C. e non tutti alla luce del sole".

La replica non si è fatta attendere, con un comunicato unitario firmato dalle segreterie provinciali dei confederali e dalla Rsu della Ntc, che ribalta la visione delle cose.

"I lavoratori dipendenti della Ntc, hanno effettuato una giornata di sciopero il 21 luglio per protestare contro l'immediato riavvio della Cassa Integrazione, la continuazione del ricorso al riposo compensativo e il mancato pagamento del Premio di risultato (previsto con la retribuzione di Luglio) - si legge - spiace scoprire lo squallore demagogico, usato da chi non riesce più a dare risposte ai lavoratori né a fare proposte efficaci. I lavoratori della Ntc, e i sindacati che li rappresentano, non sciopereranno mai contro l'ingresso di soci-lavoratori di cooperative in Ntc, anzi, abbiamo più volte ribadito la totale disponibilità a rifare accordi sindacali che lo riprevedano, qualora ritorni il lavoro per tutti".

E a proposito del lavoro compiuto dalla task force regionale, i sindacati precisano di aver firmato l'accordo per far percepire la cassa integrazione in deroga ai soci-lavoratori che ne avevano il requisito e di aver condiviso il verbale che prevede nuovamente l'uso delle cooperative in Ntc, alla ripresa congrua del lavoro.

"Comprendiamo che è difficile essere compresi da chi si definisce collaudatore essendo un semplice autista, da chi gli viene offerta l'opportunità formativa anche su altre professionalità e insiste a voler aspettare il lavoro che offrirà Ntc a costo di restare in cassa integrazione, da chi ricorre alla Magistratura del lavoro per tutelare il proprio diritto ad essere assunto in Ntc e non aspetta (democraticamente) il pronunciamento del Giudice mettendo in scena una gazzarra sindacale" conclude la nota.

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