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Taglio all’ufficio postale di Santa Maria. Le prime 600 firme per dire “no”

Bilancio positivo per l'iniziativa promossa da Andare Oltre e Nuovocorso per Nardò che hanno avviato una petizione per impedire la riduzione dell'orario e la chiusura parziale dell'ufficio postale di Santa Maria al Bagno. Presto nuova raccolta

NARDO’ – La mobilitazione contro la riduzione dell’orario e la chiusura parziale a partire dall’aprile prossimo dell’ufficio postale della marina di Santa Maria al Bagno segna un passo importante. L’iniziativa promossa dai gruppi consiliari e dalle comunità di Andare Oltre e Nuovocorso per Nardò per una raccolta di firme, da inviare ai vertici di Poste Italiane come segno tangibile di dissenso verso tale disposizione, ha preso avvio da domenica scorsa. E con un confortante risultato. In solo quattro ore, nella piazza principale della marina neretina, sono state raccolte  oltre 600 firme.       

Il banchetto allestito in piazza Nardò è stato preso quasi d’assalto da molti cittadini contrariati dalla decisione sulla riduzione dell'orario d'ufficio a sole 14 ore settimanali durante il periodo estivo, con la prospettiva concreta di una vera e propria chiusura durante l'inverno del fondamentale sportello di Santa Maria al Bagno. “E mentre a Nardò è solo l'opposizione, come al solito, ad interessarsi dei problemi dei neretini” commentano i consiglieri Giuseppe Mellone e Oronzo Capoti,  “ad Andrano il sindaco fa ricorso al Tar contro la paventata chiusura dell'ufficio postale di quel territorio. Due modi ben differenti di affrontare i problemi. E pensare anche che due anni fa l'ufficio postale di Boncore fu chiuso nel consueto silenzio complice della maggioranza. Il segno che un'amministrazione e un sindaco diversi sono possibili”. 

I due consiglieri di Andare Oltre e Nuovocorso annunciano anche che sarà indetta un'altra giornata di raccolta per venire incontro alle numerose richieste di adesione che sono giunte dai neretini che richiedono attenzione ai loro problemi quotidiani. “E noi, come sempre” concludono Mellone Capoti, “ci mettiamo la faccia scendendo in strada, in piazza, tra la gente. Ricordiamo che le firme raccolte saranno inviate ai vertici di Poste Italiane come segno tangibile di dissenso verso una misura altamente punitiva per il territorio".

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