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Sarparea, Casili: "Carenze e illegittimità". La replica: "L'Iter è regolare"

Il consigliere regionale M5S ha denunciato anomalie su pareri e competenze. Ma il legale risponde: "Solo campagna elettorale"

NARDO’ - Sarebbero emerse delle gravi carenze o addirittura illegittimità amministrative sull’iter di approvazione relativo all’insediamento del resort incastonato nel bosco della Sarparea lungo il litorale neretino. E’ quanto ha denunciato con forza, e ripercorrendo, dati alla mano, le varie tappe del procedimento, il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Cristian Casili che sull’attuale questione legata al progetto del complesso turistico, regolarmente approvato con i nuovi pareri regionali favorevoli dopo la rimodulazione di cubature e previsioni attenute d’impatto ambientale, ha fornito alcuni dettagli in un'apposita conferenza stampa. Valutazioni alle quali il consigliere pentastellato ha fatto seguire subito la richiesta indirizzata al governatore di Puglia, Michele Emiliano, e all’assessore Anna Maria Curcuruto, per l’annullamento in autotutela della delibera che contempla il parere positivo di compatibilità paesaggistica al progetto.                 

La ricostruzione fornita da Casili è ampia e dettagliata ed evidenzia da subito come “il nuovo parere paesaggistico che autorizza un'opera di così forte impatto sul territorio come quello della Sarparea è stato rilasciato ai sensi del Piano territoriale paesaggistico regionale, ma proprio rispetto alle norme del Pptr reca gravi violazioni dello stesso”. Casili entra nel dettaglio principalmente con riferimento alla competenza. “Si è reso necessario chiedere all’avvocatura regionale parere giuridico, sia per quanto riguarda gli aspetti di carattere tecnico amministrativo sia procedurali, in merito alla correttezza degli atti deliberati e di quelli da porre in essere” spiega il consigliere, “e il parere dell’avvocatura regionale ha chiarito che il Piano paesaggistico regionale sottrae alla giunta la competenza a rilasciare questo tipo di atti amministrativi, attribuendola al dirigente della Sezione tutela e valorizzazione del paesaggio. Pertanto la delibera di giunta regionale 1173/2016 è illegittima per vizio di incompetenza e la stessa avvocatura regionale propone di annullarla in autotutela”.

Ma non solo secondo quanto verificato dal consigliere originario di Nardò, non ci sarebbero solo problemi di competenza, ma sarebbero emerse anche gravi carenze istruttorie. Ripercorrendo le trappe della nuova fase istruttoria Casili evidenziata ancora come “il nuovo progetto, che a differenza del primo prevede l’espianto di un numero considerevole di alberi di ulivo, non è stato sottoposto alla verifica degli uffici competenti al rilascio della Vas che aveva prescritto che si censissero dettagliatamente gli ulivi e che prescriveva di verificare, in sede di approvazione del Piano, che nessun ulivo monumentale fosse danneggiato o espiantato. Inoltre l’Upa deve verificare l’ulteriore presenza di ulivi monumentali nonché la sussistenza dei caratteri di monumentalità di tutto l’uliveto, verifica già prescritta dalla determina dirigenziale n°13 del 18 gennaio del 2012”.

Ma oltre alla Regione anche il Comune di Nardò deve fare la sua parte secondo il Casili-pensiero, in quanto all’ente locale spetta “verificare se occorre una nuova adozione del Piano ed una nuova Vas sul presupposto che la valutazione ambientale strategica già rilasciata prescriveva la verifica di non espianto di alcun albero monumentale. È infatti di competenza del Comune attestare l’effettiva rispondenza del piano come rielaborato e rimodulato” spiega ancora Casili, “a tutte le prescrizioni apposte nel parere motivato di Vas tra cui quelle che rimandano alla necessità di provvedere ad un censimento dettagliato, conforme alla vigente regolamentazione, subordinato al verbale di accertamento degli uffici provinciali agricoltura, che dovrà essere sottoposto al parere preventivo della Commissione tecnica per la tutela degli alberi monumentali, nonché all’ulteriore correlata raccomandazione secondo la quale atteso che il proponente dichiara che l’intervento di che trattasi sarà effettuato senza espiantare o danneggiare alcun albero di ulivo monumentale, si prescrive che detta circostanza venga verificata in sede di approvazione del Piano di lottizzazione in relazione al prescritto censimento”. Visto questo scenario per il consigliere del M5S la Regione “deve annullare in autotutela la delibera di parere paesaggistico favorevole perché gravemente illegittima, sia perché rilasciata da organo incompetente, e sia perché sussistono le ragioni di interesse pubblico attuali e concrete connesse alla possibile presenza di ulivi monumentali  nonché del perfezionamento delle procedure Vas”. Tale iniziativa cautelativa comporterebbe quindi aduno stop al procedimento di approvazione del piano di lottizzazione.

Cristian Casili-2“Inoltre se il Comune di Nardò fino ad oggi è stato a guardare dalla finestra” incalza Casili, “adesso dovrà verificare la corretta osservanza delle norme e ripensare alla destinazione urbanistica di un’area così delicata. Credo che l’assessore regionale Curcuruto debba rimediare subito a questo pasticcio, per utilizzare un eufemismo, portando immediatamente in giunta l'annullamento della delibera come indicato dagli uffici del Dipartimento opere pubbliche, ecologia e paesaggio per la parte tecnica e dall’avvocatura regionale per il parere giuridico. È doveroso dirimere le questioni che fino ad oggi sono apparse connotate da un eccesso di discrezionalità e da palesi illegittimità e carenze istruttorie, molto gravi” conclude il consigliere e  vice presidente della V Commissione, “se si pensa che non hanno tenuto nella giusta considerazione un patrimonio quale quello degli ulivi monumentali, di fondamentale importanza sul piano paesaggistico, ambientale e identitario per il nostro territorio. Infine vorrei ricordare come i dubbi di legittimità erano già stati evidenziati prima della pubblicazione sul Burp della delibera: la richiesta di parere all’avvocatura regionale da parte del dirigente è dell’11 Agosto 2016 e la pubblicazione sul Burp è avvenuta il 22 Agosto 2016, pochi giorni prima del parere legale rilasciato il 30 Agosto 2016. A cosa è dovuta questa accelerazione? Cautela e buona amministrazione avrebbero voluto che fossero dissipati i dubbi prima di esprimere un parere così delicato di compatibilità paesaggistica”. Alla conferenza di Casili ha preso parte anche la rappresentanza del Comitato civico “Salviamo la Sarparea” con la coordinatrice Stefania Ronzino.

“Dai fatti denunciati dal consigliere Casili e dalle circostanze emerse, si evince che il comitato  aveva ottime ragioni per censurare le procedure autorizzative regionali apparse da subito frettolose e poco lineari” commenta l’avvocato Ronzino,  “oggi abbiamo conferma che la delibera che autorizzava il Piano di lottizzazione è illegittima perché la giunta regionale non aveva alcun potere in tal senso. Sappiamo pure che, pur di approvare, è stato ignorato il parere legale dell’avvocatura dello Stato. È stata, altresì, ignorata la circostanza che la lottizzazione insiste su un uliveto monumentale, che a tutt’oggi la Regione non ha dichiarato tale, nonostante il verbale della Commissione Ulivi del 14 febbraio del 2013. L’attenzione del Comitato rimarrà alta” conclude la coordinatrice del sodalizio territoriale, “già nei prossimi giorni si procederà alla produzione di un documento con il quale si farà richiesta all'amministrazione comunale di Nardò di assumere ogni iniziativa utile volta a tutelare definitivamente l’uliveto monumentale della Sarparea”.

LA REPLICA DELLA SOCIETA’

Ma la società replica a stramite il proprio legale di fiducia, l’avvocato Valeria Pellegrino. “Le questioni poste da Casili – dice - sono prive di qualsiasi fondamento così come prive di fondamento sono gli argomenti che da più  giorni siamo costretti a leggere  sulle pagine della stampa locale o sui blog”.

“Si era deciso di non replicare”, prosegue l’avvocato, “ritenendo che fosse stata esaustiva l’illustrazione del procedimento che ha portato all’adeguamento del piano Sarparea e dei suoi contenuti che Lady Deigthon ed i progettisti hanno offerto nella conferenza stampa tenutasi lo scorso 16 gennaio alla presenza delle varie testate giornalistiche, dei movimenti ambientalisti e dei cittadini che hanno voluto parteciparvi. Ma ciò che oggi è stato sostenuto dal consigliere Casili merita una replica puntuale”.

“Non conosco il contenuto del parere dell’Avvocatura regionale di cui riferisce Casili – precisa - ma  nutro seri dubbi che l’Avvocatura si sia potuta esprimere nel senso della necessità di un autoannullamento del parere paesaggistico una volta che (questo il consigliere Casili forse non lo sa o, peggio, lo tace) durante tutto il procedimento i dirigenti  che hanno condotto l’istruttoria del piano sono stati costantemente assistiti da un rappresentante dell’Avvocatura regionale”.

“La questione della competenza ad adottare l’autorizzazione paesaggistica è poi un falso problema una volta che se da un lato il Pptr nulla dice in merito ed anzi lascerebbe propendere per una competenza della Giunta  a valle dell’istruttoria dell’ufficio, nel caso la proposta di deliberazione poi in concreto approvata dalla Giunta porta la firma di quei dirigenti che oggi Casili assume essere competenti oltre a quella del direttore del Dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche e paesaggio, ingegner Barbara Valenzano”.

“Quanto al merito – prosegue - non è vero che il piano per come adeguato prevedrebbe espianti ed anzi l’adeguamento è stato imposto proprio a maggiore tutela degli alberi monumentali per come da ultimo definitivamente censiti dalla Regione; così come non è vero che si sia in presenza di un oliveto monumentale o di un bosco di ulivi, come del resto è confermato dallo stesso pianificatore regionale che in sede di definitiva approvazione del Pptr ha respinto una specifica osservazione a riguardo confermando prescrizioni paesaggistiche rispetto alle quali il piano Sarparea non solo è perfettamente compatibile ma anzi ne recepisce integralmente i contenuti”.

“Quanto alla Vas ha invece ragione Casili quando afferma che dovrà essere il Comune prima dell’approvazione a controllare che le prescrizioni ivi dettate siano state integramente adempiute”, ma, avverte l’avvocato Pellegrino “non residuano margini per la rinnovazione della procedura, né per un nuovo censimento degli olivi monumentali da parte della Regione circostanza questa pure approfondita nel corso del procedimento che ha condotto alla parere di compatibilità paesaggistica di cui alla deliberazione Grp numero 1173/16” .               

“Resto quindi francamente perplessa nell’apprendere che l’ingegner Valenzano, pur dopo aver apposto il visto di regolarità al parere di compatibilità paesaggistica, abbia tentato di proporre alla Giunta l’esercizio dell’autotutela, proposta che all’evidenza non ha avuto seguito tenuto conto della generale competenza che  alla Giunta  è attribuita dalle leggi urbanistiche regionali in materia di piani urbanistici generali ed esecutivi, della completezza dell’istruttoria del piano e della sue perfetta compatibilità con il Pptr per come definitivamente approvato”.

“Se il consigliere Casili fosse venuto in conferenza stampa”, conclude l’avvocato Pellegrino, “avrebbe avuto modo di approfondire ogni aspetto del procedimento ed i contenuti del piano. Capisco che siamo in campagna elettorale e quindi comprendo l’esigenza del consigliere Casili di apparire ad ogni costo e tuttavia se è vero che l’espressione del dissenso è legittima; ciò che non è legittimo è che lo stesso prescinda dalla conoscenza del piano del suo iter e più in generale delle norme statali e regionali di riferimento”.

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