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Scarichi a mare, Comune "blocca" la condotta di Nardò

Gallipoli, la giunta Venneri ha deciso di impugnare al Tar la delibera della Regione che autorizza recapito finale del depuratore di Porto Cesareo lungo il litorale neritino: "Basta reflui in mare"

GALLIPOLI - Scarichi a mare e tutela della costa gallipolina, nuovo fronte di battaglia. Ed è nuovo allarme inquinamento ambientale e marino. In attesa degli atti concreti sull'annosa questione degli sversamenti dei depuratori consortili di Gallipoli, Casarano e Taviano (fitodepurazione e promesse di finanziamenti ancora in letargo), il Comune alza nuove barricate. Stavolta contro la disposizione della Regione Puglia (pronta a finanziare con 23milioni di euro la condotta sottomarina di Nardò) tesa ad avviare l'impianto di depurazione del comune di Porto Cesareo proprio ricorrendo alla realizzazione della condotta sottomarina del litorale neritino. La Giunta della Regione Puglia infatti con propria deliberazione del 22 febbraio scorso, ha disposto che "al fine di rimuovere le criticità che ancora oggi non consentono la messa in esercizio dell'impianto di depurazione a servizio dell'agglomerato urbano di Porto Cesareo, la condotta sottomarina di Nardò costituirà il recapito finale per la messa in esercizio dell'impianto di depurazione in questione".

Una decisione che ha destato da subito le rimostranze del capogruppo provinciale Udc, Sandro Quintana che, con una missiva inviata in Comune alcuni giorni addietro, ha sollecitato un intervento degli amministratori gallipolini sul nodo complessivo degli scarichi a mare. E la risposta da Palazzo Balsamo non si è fatta attendere atteso che con una recente delibera dell'esecutivo guidato da Giuseppe Venneri, si è dato mandato all'ufficio legale comunale di predisporre l'impugnazione dinnanzi al Tar della disposizione del Governo regionale. Consentire infatti quale recapito finale del depuratore di Porto Cesareo (mai entrato in funzione sulla base delle limitazioni imposte dalle norme istitutive dell'area marina protetta e le diffide in tale direzione della Commissione Europea), la condotta sottomarina del comune di Nardò costituirebbe una nuova e deleteria minaccia ambientale per il litorale nord di Gallipoli.

"Si tratta di una zona di mare" si legge nella delibera comunale "che, per espressa ammissione del dirigente regionale del Servizio di riferimento è caratterizzata da una bassa dinamicità, con scarse correnti tendenti a spostare i reflui sversati nel mare di Nardò in quello di Gallipoli. Peraltro, con considerazioni di segno opposto, lo stesso Dirigente regionale ha avuto occasione di anticipare sostanzialmente il proprio diniego in ordine alla realizzazione della condotta sottomarina per l'allontanamento dalla costa dei reflui depurati dell'impianto di Gallipoli". Ovvero non si comprende, secondo gli amministratori della Città Bella, come si pongano una serie di pregiudiziali tecniche e di pareri negativi in sede regionale sulla realizzazione di una condotta sottomarina sul litorale gallipolino di Torre Sabea appannaggio della piattaforma consortile di Gallipoli e si avalli invece l'altrettanto "dispendiosa" canalizzazione sottomarina in quel di Nardò. Annusando un doppia penalizzazione per il territorio di competenza, il Comune di Gallipoli ha inteso impugnare gli atti amministrativi attraverso i quali la Regione intende superare le criticità che sino ad ora hanno impedito di avviare il depuratore di Porto Cesareo per il quale già dal giugno del 2007 vige l'autorizzazione per lo scarico a mare ma, ovviamente, lontano dall'area marina protetta.

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