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Nardò Porto Cesareo

Scarico dei reflui a Torre Inserraglio. Vertice al ministero per la condotta

Tavolo tecnico presso il ministero dell'Ambiente sulla gestione dei reflui dell'agglomerato di Nardò e Porto Cesareo e sulle soluzioni per il recapito finale in mare. Regione e Aqp insistono sulla condotta. Il Comune di Nardò rilancia le alternative

NARDO’ - La questione burocratica e ambientale legata allo scarico dei reflui fognari nel mare del litorale di Torre Inserraglio e dell’area marina protetta di Porto Cesareo approda anche sui tavoli romani del ministero dell’Ambiente. Ma nonostante le soluzioni alternative prospettate dal Comune di Nardò, facendo proprie anche le indicazioni delle associazioni ambientaliste e cittadine, la strada per eludere la realizzazione della condotta sottomarina non sembra ancora voler decollare.

Anche se gli stessi rappresentanti tecnici del Ministero hanno convenuto che le perplessità sollevate dall’amministrazione di Nardò e la necessità di assicurare adeguata protezione al mare di Torre Inserraglio dovranno, in ogni caso, essere attentamente valutate in sede di assunzione delle decisioni finali. Di contro sia la Regione Puglia che l'Acquedotto pugliese hanno ribadito che la legge vigente non consente di individuare un recapito finale diverso dal mare, riproponendo la soluzione progettuale già individuata, ovvero quello  della condotta sottomarina.

Dopo le riunioni tecniche del maggio e del dicembre scorso  in quel di Bari presso la sede dell'assessorato regionale alle Opere pubbliche, il Comune di Nardò aveva avanzato la proposta, concertata con le associazioni territoriali, di far recapitare (previo trattamento in tabella IV, cioè  il massimo del processo depurativo) le acque reflue dell’impianto depurativo nel Canale Asso, anziché a mare attraverso la condotta sottomarina, come, invece, prevede il progetto dell'Acquedotto. In tale circostanza L'assessore regionale Giovanni Giannini aveva fatto inoltre sapere di avere a disposizione le risorse necessarie per il completamento della rete fognaria dell'abitato di Porto Cesareo e di aver già valutato positivamente la proposta del riuso in agricoltura dei reflui trattati nel processo depurativo.

Ma oltre al rischio ambientale (sul quale muove da tempo la mobilitazione di cittadini, ambientalisti, e la manifesta contrarietà del Comune di Nardò di realizzare la condotta sottomarina con recapito finale della sua piattaforma depurativa lungo il litorale ionico) c’è da tenere sotto stretta osservazione anche la possibilità di perdere il finanziamento Por Puglia 2000/2006 - Fondo Fesr relativo all’intervento che riguarda la raccolta, trattamento e smaltimento delle acque reflue di Porto Cesareo.

Da qui la nuova iniziativa di coinvolgimento diretto del ministero dell’Ambiente con la riunione convocata ieri dalla Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque, al fine di verificare e valutare la eventuale necessità di attivare le procedure di esercizio del potere sostitutivo del Governo per accelerare la progettazione e realizzazione degli interventi per la gestione dei reflui per l'agglomerato di Nardò e Porto Cesareo.

Alla luce del bando di gara dello scorso anno che l’Acquedotto pugliese ha indetto per dare esecuzione al progetto per la realizzazione dei lavori per la fognatura nera, l’adeguamento dell'impianto di depurazione e la costruzione del collettore emissario a servizio dell'abitato di Porto Cesareo, la soluzione progettuale già individuata, ovvero quello  della condotta sottomarina, pur tra contrarietà e soluzioni alternative per il recapito finale,  resta in auge. I referenti del ministero dell'Ambiente che hanno preso parte al tavolo tecnico,  hanno tuttavia dichiarato la disponibilità ad approfondire la soluzione proposta dal Comune di Nardò, anche se oggi la stessa non è ritenuta praticabile e comunque, ferma la volontà di risolvere in tempi brevissimi il problema oggetto della riunione in questione, hanno preso atto delle numerose problematiche sollevate dall'assessore Mino Natalizio riguardo alle criticità ambientali contenute nel progetto dell’Acquedotto e alla base delle decisioni del territorio neritino.

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