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Accordo con Aqp e scarico dei reflui. E’ scontro sulla condotta a mare di Nardò

Dopo il via libera della Regione al protocollo d'intesa per la realizzazione della condotta sottomarina sul litorale di Torre Inserraglio e il completamento della rete fognaria nelle marine è di nuovo bagarre. Risi illustra i "vantaggi". Mellone e M5S invitano alla mobilitazione

NARDO’ - La lunga querelle burocratica e ambientale legata allo scarico dei reflui fognari nel mare del litorale di Torre Inserraglio e dell’area marina protetta di Porto Cesareo continua. E in attesa del responso del Consiglio comunale di Nardò, e alla luce della possibile nomina di un commissario ad acta imposto dal ministero dell’Ambiente se non si accelera nella fase conclusiva di realizzazione della rete fognante delle marine e della condotta sottomarina che spingerà a largo del litorale neretino i reflui fognari rivenienti dai depuratori di Porto Cesareo e del Comune di Nardò, è ancora bagarre. E soprattutto vengono riproposte le ferme posizioni di contrarietà alla realizzazione della condotta a mare. Nonostante le soluzioni alternative prospettate anche recentemente presso il ministero dal Comune tramite l’assessore Mino Natalizio, facendo proprie anche le indicazioni delle associazioni ambientaliste e cittadine, la strada per eludere la realizzazione della condotta sottomarina non sembra quella che possa prevalere.

Almeno stando all’ultimo atto licenziato dalla giunta regionale dell’ex governatore Nichi Vendola prima del rinnovo elettorale, che ha di fatto dato il via libera al protocollo d’intesa varato tra la stessa Regione, l'Acquedotto, l'Autorità idrica pugliese e il Comune di Nardò che consentirà di realizzata la condotta sottomarina per lo scarico del reflui in mare, ma nel contempo anche di dotare il territorio di Nardò di una serie di infrastrutture idriche e fognati, di potenziare le piattaforme depurative per l’affinamento e il riuso in agricoltura delle acquee depurate, e soprattutto il completamento della rete fognaria su tutta la dorsale delle marine neretine da Santa Maria al Bagno sino a Torre Squillace, oltre all’attivazione della rete fognaria di Porto Cesareo.

Un intervento complessivo di oltre 15 milioni di euro finanziato con i fondi europei che i comuni interessanti non vorrebbero certo perdere a cuor leggero. Un aspetto sul quale, al netto delle polemiche, ha preso posizione nei giorni scorsi anche il primo cittadino Marcello Risi che intende proseguire nella programmazione che porterà a dotare di il litorale neretino di quei servizi essenziali per esaltare la vocazione turistica delle zone costiere.

“Non è accettabile che questioni di portata storica come la rete fognaria alle marine e alle località Pagani-Cenate, ovvero il riuso delle acque reflue in agricoltura” ribadisce Risi, “vengano subordinate, secondo schemi della vecchia politica, alle logiche dello scontro fine a se stesso. Si evoca addirittura la guerra del Vietnam per provare ad impedirci di andare avanti, Ma noi non ci fermeremo davanti a nessun calcolo elettorale. Ci sono in ballo investimenti per quindici milioni di euro a vantaggio del nostro territorio. A Santa Caterina, a Vacanze Serene, alle Cenate, a Sant’Isidoro” precisa il primo cittadino, “finirà la schiavitù di migliaia di famiglie e di centinaia di operatori che fino ad ora non hanno potuto usufruire di servizi primari. E soprattutto metteremo finalmente fine allo scempio dello scarico fognario direttamente in battigia a Torre Inserraglio. Il nostro litorale senza servizi non è compatibile con la vocazione della nostra terra” conclude Risi, “abbiamo il dovere di segnare una svolta senza precedenti. Chi, per ragioni incomprensibili, si oppone sempre e ad ogni occasione e urla sistematicamente i suoi no avrà contro non solo me, ma tutta la città”.

Ma la contrarierà alla realizzazione della condotta a mare e la prospettiva di accogliere e portare  a casa solo le soluzioni alternative erano da tempo state dettate, all’unanimità anche dal Consiglio comunale e dalle associazioni ambientaliste e del territorio di Nardò. Una posizione ribadita dalla Consulta comunale all’Ambiente, presieduta da Graziano De Tuglie, che ha espresso il suo parere negativo sul protocollo d’intesa in essere tra il Comune di Nardò, la Regione, e l’Acquedotto sul nodo dei reflui da smaltire ad un chilometri di distanza dalla costa di Torre Inserraglio. La posizione di contrarietà netta alla realizzazione della condotta e del “baratto” con le opere idriche e fognarie di ritorno è stata quella espressa dalla comunità militante Andare Oltre e dal consigliere comunale Giuseppe Mellone che ha preso parte anche alla riunione della commissione Ambiente che ha affrontato la questione del protocollo d’intesa e della condotta in preparazione alla discussione dell’argomento in Consiglio. E su tale posizione di Mellone che il sindaco Risi ha articolato la sua nota di replica di queste ore. “Non c'è royalty, baratto o scambio che tenga, il nostro mare non è in vendita” ha detto dopo la riunione della commissione Mellone, “acqua, fogna e opere pubbliche non sono un regalo dell'Acquedotto. I nostri cittadini hanno pagato decine di milioni di euro di oneri di urbanizzazione, quindi le opere pubbliche non sono una gentile concessione né dell'Aqp, né del sindaco pro tempore di questa sfortunata città. Sono obblighi a cui è tenuta un’amministrazione. Fossi stato io il sindaco non avrei mai ceduto al ricatto” ammonisce Mellone, “la minaccia era che saremmo stati commissariati? Io sarei stato commissariato ben volentieri e avrei condotto la battaglia alla testa dei miei cittadini, come ha fatto il sindaco di Melendugno contro Tap. Qui, invece” conclude il consigliere, “se non fosse stato per ambientalisti e associazioni, Risi e i suoi la condotta l'avrebbero realizzata quattro anni fa. Lo sappia, il sindaco. Nei prossimi mesi per lui, su questo argomento, sarà un Vietnam! Il nostro mare non è una sua proprietà personale e non può permettersi di svenderlo”. E dopo la replica del sindaco Il consigliere di Andare Oltre ha annunciato anche una raccolta di firme per chiedere l'indizione di un referendum consultivo popolare con il quale far decidere il “popolo” sulla necessità di realizzare o meno la condotta a mare.  

E in tempo di esami scolastici uno “zero in condotta” è stato tributato nei confronto del primo cittadino di Nardò anche dal locale Movimento 5 stelle con una nota di dissenso sulla questione condotta e reflui in mare, a firma di Massimo De Marco, Giovanni Agrosì e Antonio Bottazzo. “Non è accettabile che un sindaco pensi di risolvere un problema di una simile portata quale quello della rete fognaria nelle marine e nella località Pagani-Cenate nascondendosi dietro il demagogico bene comune, fatto a suo dire di servizi primari, che sicuramente non può esistere a seguito di una siffatta scellerata politica ambientale di scarichi dei reflui a mare tal quali” scrivono i penta stellati, “se il prezzo per liberare dalla schiavitù i nostri concittadini delle marine deve essere pari al disastro ambientale che si paventerebbe nel caso di uno scarico a mare così devastante, allora probabilmente il sindaco non avrà solo contro tutta la sua città, ma anche tutti i migliaia di turisti che ogni anno scelgono i nostri mari per refrigerarsi nelle nostre acque, finora pulite, e non certo negli scarichi fognari”. Da qui l’alternativa ribadita dai Cinque Stelle di “utilizzare depuratori funzionali in tabella 4 e recuperare i reflui in agricoltura, stoccare l’eccedenza in bacini di fitodepurazione che avrebbero un importante ruolo microclimatico e di rifugio per l’avifauna palustre, stanziale e migratoria. Queste aree umide sarebbero poi sfruttate anche a livello turistico, didattico ambientale e ricreativo con enormi potenzialità di occupazione. Sicuramente, in questo caso, si può parlare di servizi compatibili con la vocazione della nostra terra”.

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