rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Nardò Nardò

Nuove scoperte nel sito di Nardò: abitato fortificato e necropoli in località “Li Schiavoni”

La campagna di scavi di Università e Soprintendenza lungo il litorale nord porta alla luce nuove testimonianze di età messapica. Alcune tombe risultate danneggiate

NARDO’ – La storia e l’antica architettura messapica si riaffacciano prepotentemente all’attenzione della comunità e  degli studiosi e la seconda campagna di scavi lungo il litorale nord tra Nardò e Porto Cesareo, nella località denominata “li Schiavoni”, ha fatto riaffiorare nei giorni scorsi i primi significativi resti di un insediamento fortificato e anche di una necropoli. Secondo i primi rilievi condotti dalla direttrice scientifica dell’Università del Salento, Giovanna Cera, nell’ambito della campagna di scavi avviata presso il sito archeologico in questione in sinergia con la  Soprintendenza, nell’area in pianura  posta a circa quattro chilometri a nord-est di Porto Cesareo sono emerse evidenze archeologiche riferibili a un abitato fortificato di età messapica. Le attività di scavo (finanziate in parte dal comune neretino e alle quali hanno partecipato gli studenti del dipartimento di Beni culturali dell’ateneo salentino) si sono concentrate all’interno di un terreno agricolo di proprietà privata e sono state finalizzate a comprendere le modalità e le fasi di occupazione del sito e ad intercettare i resti delle mura di cinta.

Il tracciato delle antiche mura, in parte visibili sotto al muretto a secco moderno che circonda l’area, raggiunge una lunghezza di circa 650 metri e delimita una superficie di tre ettari. L’esistenza del fossato che fiancheggia parte del circuito murario sul lato orientale denota la vocazione difensiva dell’insediamento sottolineata anche dalla scelta del luogo, arretrato rispetto alla costa e protetto naturalmente grazie alla posizione dominante, a controllo del territorio. L’apertura di un saggio a ridosso del muretto a secco che delimita il pianoro ha permesso di documentare le caratteristiche delle fortificazioni, forse realizzate in due fasi successive. È venuta in luce una poderosa struttura, caratterizzata da due paramenti esterni realizzati a grandi blocchi di forma irregolare e da un riempimento interno di notevole spessore, costituito da pietre calcare e tufacee, coppi e frammenti ceramici. I materiali recuperati dai livelli associati a queste strutture sembrerebbero attestare un’assidua frequentazione dell’area per lo più nell’ambito dell’epoca arcaica e classica, pur comprendendo residui di probabile orizzonte protostorico, dell’età del ferro e anche più recenti reperti di età ellenistica, probabilmente ultimo periodo di utilizzo dell’opera difensiva.

L’attività d’indagine ha permesso di individuare le testimonianze di un’area di necropoli anche se l’attività di qualche scavatore non autorizzato sembra aver danneggiato irrimediabilmente il contesto archeologico e le tombe messe in luce, realizzate in blocchi e lastre di pietra leccese, che sono apparse sconvolte e già pesantemente manomesse, impedendo agli archeologi di ricomporre con sicurezza le originarie associazioni di materiali. Degni di particolare interesse, tra questi ultimi, alcuni esemplari di importazione attica, corinzia e coloniale, indizio dei contatti commerciali che gravitavano attorno a questo insediamento, numerosi contenitori o bacini con orlo modanato e pesi da telaio. Le indagini, in ogni caso, sono solo all’inizio e ancora tanto resta da scoprire dell’antico insediamento di località Li Schiavoni con la prossima campagna di scavi programmata per il prossimo anno.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuove scoperte nel sito di Nardò: abitato fortificato e necropoli in località “Li Schiavoni”

LeccePrima è in caricamento