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Sabato, 20 Aprile 2024
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Ses Nardò: continua ancora il presidio dei lavoratori

Si protesta contro i licenziamenti annunciati dalla società neretina, davanti ai cancelli aziendali: nei prossimi giorni si annuncia un incontro in Prefettura, ma i sindacati sono pronti allo sciopero

NARDO' - Tiene ancora banco la vicenda dei licenziamenti alla Ses (Sevar srl - Grandi srl - Italgecri srl) di Nardò: dopo la decisione dei vertici aziendali di ridurre il personale e di procedere al licenziamento di diverse unità, i lavoratori, guidati dalle rappresentanze sindacali avevano deciso nei giorni scorsi di realizzare un presidio sit-in di protesta contro ogni ipotesi di riduzione del personale.

La Federazione italiana lavoratori legno edili ed affini (Fillea Cgil), nella serata di ieri, ha organizzato un'assemblea con gli operai, per fare il punto sulla complessa vicenda e sulle evoluzione del presidio stesso: dal sindacato, si annuncia che la riunione, tenutasi davanti ai cancelli dell'Azienda, ha visto la partecipazione della quasi totalità dei dipendenti, anche di coloro che sono ancora in forza lavoro. La scelta dei lavoratori della Ses è, infatti, quella di restare tutti uniti e solidali in questa protesta, al fianco dei compagni di lavoro licenziati.

L'unità dei lavoratori in questa vertenza rappresenta un punto molto importante, soprattutto perché le intenzioni dell'azienda per il futuro sono tutt'altro che positive: si temono, infatti, ulteriori licenziamenti, anche se si attendono notizie più precise da un vertice convocato in Prefettura nei prossimi giorni. "Attendiamo per il momento l'esito dell'incontro in Prefettura - affermano i responsabili della Fillea Cgil -, la cui data sarà stabilita nei prossimi giorni. Nel frattempo il presidio continua, ma se la proprietà dell'azienda dovesse continuare con la chiusura alle trattative, decideremo per lo sciopero".

E a chiedere un intervento urgente al prefetto Mario Tafaro è la parlamentare del Pd, Teresa Bellanova, che ha scritto una lettera, spiegando di aver "raccolto storie e testimonianze di un Salento dove i diritti fondamentali dei lavoratori sono continuamente attaccati: subire il licenziamento come ritorsione per il proprio impegno sindacale, lavorare ben oltre l'orario contrattuale (abbiamo visto con i nostri occhi i camion che rientravano in azienda alle 17-17,30, con il turno di lavoro iniziato alle 5 del mattino), vivere perennemente sotto ricatto, non rappresenta certo un modello fulgido di relazione tra le parti".

Per Teresa Bellanova, "la stessa Confindustria, forse, dovrebbe assumere orientamenti più nitidi sul tema dell'effettivo rispetto dei diritti dei lavoratori da parte di tutte le aziende associate".La parlamentare ricorda come "ascoltare le storie di persone vere che rischiano di perdere il lavoro, che non sanno come riusciranno a mantenere la famiglia e che si sentono anche maltrattati è un'esperienza sempre forte, che suscita emozioni e, nel caso in specie, indignazione". Da qui, la richiesta di un incontro in Prefettura, con le parti interessate.

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