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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Ses Nardò: esplode la rabbia di lavoratori e sindacati

L'azienda non vuole rispettare gli accordi presi due settimane fa sul reintegro dei lavoratori licenziati. Fillea Cgil: "Atteggiamento inaccettabile". E s'invoca l'intervento del Prefetto

NARDO' - È il momento della rabbia per i lavoratori della Ses di Nardò, dopo l'annuncio dei nuovi licenziamenti aziendali e dopo l'ennesima disattenzione degli impegni presi solo due settimane fa dai responsabili dello stabilimento. Non dovrebbe, dunque, esserci il previsto reintegro dei lavoratori licenziati. Ed i sindacati di categoria denunciano l'atteggiamento inaccettabile dell'azienda, chiedendo l'intervento del Prefetto per dirimere la questione e ripristinare le condizioni di lavoro nei limiti di sicurezza per i lavoratori.

Si è concluso con un nulla di fatto il lungo incontro di ieri sera, presso la sede di Confindustria a Lecce: ed invece di ottenere notizie in grado di risollevare il morale degli operai, dal tavolo si è generato un clima di tensione, che ha rigettato nello sconcerto più nero i lavoratori della Ses di Nardò. A denunciare l'accaduto e ad alzare gli scudi, contro questa evoluzione, che priva di speranze i lavoratori, è il sindacato della Fillea Cgil, che sottolinea come la proprietà dell'azienda si sia rimangiata tutto quello che aveva promesso al tavolo con le parti sociali, il 16 ottobre scorso, nella sede in via Salomi della Provincia: "In quella sede - spiegano i sindacalisti -, dopo l'intensa trattativa con il nostro sindacato e alla presenza anche del primo cittadino di Nardò, i proprietari del Gruppo Ses (Sevar Srl-Grandi srl -Italgecri srl) avevano preso l'impegno di reintegrare 8 lavoratori licenziati nei mesi scorsi. Un impegno completamente disatteso! Al momento della ratifica dell'accordo in Confindustria, l'azienda chiude totalmente al dialogo e rifiuta qualsiasi trattativa con il sindacato. Tutto questo è inaccettabile".

I lavoratori, esasperati dall'incertezza, hanno scelto di ricorrere a una delle forme più estreme di protesta, incatenandosi ai cancelli dello stabilimento. Dalla Fillea Cgil ribadiscono che "non possiamo non essere al fianco dei lavoratori e lottare per i loro diritti, diritti fondamentali, come la dignità e il lavoro, calpestati da un atteggiamento incomprensibile da parte dell'azienda": "Nel corso del 2009 - ricordano dal sindacato -, sono stati 14 i lavoratori licenziati, tra cui 2 delegati sindacali, da parte delle ditte Sevar srl e Italgecri srl e da settembre l'azienda ha comunicato di volere licenziare altre 10 unità lavorative (su un totale di 31 unità) con qualifica di operaio, attualmente impiegati con la terza ditta del gruppo, la Grandi srl. Licenziamenti motivati dalla mancanza di commesse sufficienti per mantenere gli attuali livelli occupazionali".

"Ma allora - chiedono i responsabili del sindacato - come mai la stessa GRANDI srl rinnova, per altri 12 mesi, 7 contratti a tempo determinato? Come mai, noi stessi testimoni, i camion con i dipendenti escono per lavorare alle 5.30 del mattino e rientrano anche dopo le 18, costringendo i lavoratori, non solo ad orari che vanno ben oltre le otto ore previste da contratto (spesso non retribuiti in modo equo, o non retribuiti affatto), ma mettendo anche le condizioni di lavoro al limite della sicurezza personale dei lavoratori e pubblica?".

"Dinanzi a questa situazione - concludono - chiediamo con urgenza l'intervento di sua eccellenza il Prefetto, in quanto non c'è più rispetto degli impegni presi anche davanti alle istituzioni. Si afferma tutto e il contrario di tutto sulla pelle dei lavoratori. Chiediamo inoltre che venga coinvolto anche l'ente appaltatore della Ses perché controlli l'organizzazione del lavoro all'interno di questa azienda".

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