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Senza contratto non c'è accoglienza per gli stagionali: la reazione di Diritti a Sud

Il sindaco Mellone vuole l'allontanamento di chi non ha inquadramento ma per l'associazione è il rovesciamento del paradigma dello sfruttamento

NARDÒ – Il rischio paradosso è dietro l’angolo. A Nardò il sindaco Pippi Mellone ha preso carta e penna per sollecitare al prefetto al questore l’allontanamento di tutti i migranti stagionali che non saranno in grado di esibire un contratto o di essere iscritti all’ufficio di collocamento. A questa platea presumibilmente maggioritaria di lavoratori sarebbe precluso dunque l’ingresso nel campo di accoglienza allestito nei pressi di Masseria Boncuri.

Così facendo il pericolo appare però quello di invertire, per così dire, l’onere della prova: se nelle campagne salentine come in molte altre zone d’Italia il lavoro irregolare, quando non il puro sfruttamento, arriva a livelli molto alti non può certo dipendere dalla domanda, ma dalle condizioni dell’offerta e dal modo in cui questa viene lasciata dispiegarsi. Appena un anno addietro, del resto, la sentenza di primo grado del processo “Sabr” rendeva lo spaccato di una situazione insostenibile eppure per anni sotto gli occhi di tutti coloro che volessero vedere.

Ecco perché l’associazione Diritti a Sud, da sempre impegnata in prima linea nell’accoglienza e nella rivendicazione di condizioni di lavoro dignitose, insieme a Meticcia Lecce e al Consiglio Italiani Rifugiati, ha chiesto al prefetto di Lecce, Claudio Palomba, di ripristinare una condizione di tutela diffusa, senza preclusioni di sorta.

Le tre sigle "esprimono il loro totale dissenso rispetto alle parole del sindaco" che in un post ha scritto che "non c’e spazio nel campo e nella nostra città per delinquenti, nullafacenti e accattoni. Ho voluto regole rigide per l’accesso al campo e ho contestualmente scritto a prefetto e questore perché vengano allontanati dalla nostra città coloro che stazionano senza titolo".

"É ormai in atto - scrivono Cir, Diritti a Sud e Meticcia - un cambio di paradigma e gli sfruttati, coloro che imprenditori senza scrupoli costringono a lavorare senza tutele e contratti, gli stessi che il sindaco Mellone fino all'anno scorso chiamava 'fratelli migranti', oggi sono ancora una volta criminalizzati e relegati ai margini, proprio come sta accadendo a livello nazionale attraverso la vergognosa propaganda di stampo salviniano. Se l'intervento pubblico e i soldi dei contribuenti devono servire a manlevare gli imprenditori dagli oneri previsti dalla normativa di settore, fra cui la concessione dell'alloggio per i propri lavoratori migranti e contrattualizzati, noi non ci stiamo".

Diritti a Sud conosce molto bene la realtà di Nardò e dintorni: nonostante una distanza ideologica profonda e netta rispetto al sindaco Pippi Mellone e al suo movimento, Andare Oltre, si trovò nell’autunno del 2016 un’intesa per affidare la gestione di Masseria Boncuri proprio all’associazione che, tuttavia, qualche mese dopo denunciò l’impossibilità di poter proseguire in condizioni che realmente garantissero un modello di accoglienza diverso dalla logica emergenziale. Non solo: alcuni provvedimenti del primo cittadino, come lo sgombero del ghetto e il divieto di lavoro nelle ore più calde della giornata. 

Nel campo di accoglienza istituzionale, che ha riaperto i battenti il 25 giugno, erano registrate 63 persone alla data del 7 luglio mentre il Cir, una settimana dopo, ha monitorato una cinquantina di altri lavoratori adattati in rifugi di fortuna, nei dintorni. La cifra è stata riportata in una lettera al prefetto nella quale, tra l'altro, si chiede che venga consentito l'accesso alla masseria a tutti "al fine di rendere dignitosa la permanenza". La stagione della raccolta pare essere in ritardo rispetto al solito, ma in molti sono comunque arrivati per garantirsi un impiego appena possibile.

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