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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Guerriglia e sassi dopo Nardò-Gallipoli, sette diffide

I tifosi identificati dalla polizia. I fatti all'esterno dello stadio, ad agosto. Sassaiola contro il cordone. Ma in un caso il gip non convalida: il giovane quel giorno era al lavoro a Porto Cesareo

NARDO' - Sette tifosi del Nardò sono stati denunciati a piede libero e su di loro pende il divieto di accesso alle manifestazioni sportive (in un caso, di cui scriviamo a margine, non c'è però stata la convalida del giudice, perché vi sarebbe prova che il tifoso si trovava altrove, al momento dei fatti). Il provvedimento scaturisce dagli episodi di violenza avvenuti il 21 agosto scorso, a seguito dell'amichevole fra Nardò e Gallipoli, disputatasi presso lo stadio comunale, e terminata con la vittoria dei giallorossi.

Alla fine dell'incontro, quella sera, dalla tribuna dei tifosi locali un gruppo di giovani lasciò velocemente gli spalti per raggiungere il settore ospiti. Qui c'erano una sessantina di persone, in attesa del deflusso. Tutti i movimenti furono scorti dalla polizia, presente in servizio di ordine pubblico, che operò uno sbarramento sull'incrocio all'altezza del distributore Agip, nel tentativo di scongiurare contatti tra le tifoserie.

Nonostante ciò, il gruppo di neretini, alcuni dei quali travisati, inizò un fitto lancio di sassi e bottiglie indirizzato contro le forze dell'ordine. Gli incidenti si protrassero per più di un'ora, fino all'arrivo di un contingente del reparto mobile, in supporto degli uomini presenti, per mettere in sicurezza la tifoseria ospite. Solo allora, i gallipolini poterono uscire dallo stadio.

Per quegli episodi, gli agenti del commissariato di Nardò hanno poi avviato un'attività investigativa, sfruttando anche i filmati della polizia scientifica, arrivando così a denunciare all'autorità giudiziaria sette persone, tra cui quattro maggiorenni e tre minori, tutti di Nardò, per il reato di lancio di materiale pericoloso. Per tutti è ovviamente scattato anche il Daspo: due anni per i maggiorenni, uno per i minori.

Un particolare: dall'esame dei filmati sarebbe emerso che nella zona teatro degli scontri, oltre ad un 17enne, poi identificato e denunciato, sarebbe stato presente, a pochi metri di distanza, anche il padre 41 enne, che vedendo il figlio lanciare pietre verso le forze dell'ordine, sarebbe rimasto inerte. Identificato, per il genitore è scattato il deferimento alla magistratura ordinaria ed al Tribunale per i minorenni, che approfondiranno in particolare il comportamento omissivo rispetto ai doveri di padre.

Il caso: "Ero al lavoro a Porto Cesareo". Scambio di persona?
In un caso, però, quello di un 24enne, il gip Ines Casciaro non ha convalidato l'obbligo di comparire davanti alla polizia giudiziaria. Infatti, tramite i suoi avvocati, Giuseppe Ienuso e Giuseppe Milli, ha dimostrato che quel giorno si trovava al lavoro presso un negozio di articoli sportivi di Porto Cesareo. Era in servizio dalle 19,30 e rimase fino a notte fonda. Potrebbe dunque trattarsi di uno scambio di persona. Lo stesso 24enne, scrive il giudice, non è da ritenersi un soggetto pericoloso.

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