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Minacciò ambulante spacciandosi per il "Totò Riina di Nardò": ora sconterà la pena

Si riaprono le porte del carcere di Lecce, per Luigi Egidio Prete, il 33enne passato alla storia per un episodio grottesco. Autoprlocamatosi il boss del posto, fino a paragonarsi a Riina, minacciò persino di mettere fuoco a un malcapitato venditore di crêpe. Definitiva la pena di tre anni

NARDO’ – Si riaprono le porte del carcere di Lecce, per Luigi Egidio Prete, il 33enne passato alla storia con il nomignolo di “Totò Riina di Nardò”, visto che lui stesso così si proclamò all’epoca al cospetto della vittima predestinata di un maldestro tentativo di estorsione, un malcapitato venditore ambulante di crêpe. La condanna è diventata definitiva e ora deve scontare in cella la pena residua dei tre anni comminatigli (una parte già trascorsa ai domiciliari).

Prete si era presentato, la notte fra il 15 e il 16 dicembre del 2011, al cospetto del commerciante, stanziale in Largo Cimitero, minacciando di bruciargli “la baracca” e paragonandosi al pericoloso boss siciliano (non a caso detto “La Belva”) per darsi un tono.

Dopo l’arresto eseguito nel gennaio del 2012 dagli agenti di polizia del commissariato di Nardò, la condanna in abbreviato inflitta dal gip Ines Casciaro.

Prete fu fermato dagli uomini diretti dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì, che ricostruirono per filo e per segno tutti i fatti. Quella notte l’uomo si presentò, ubriaco, al titolare della rivendita di crêpe, con fare minaccioso. La richiesta ai danni dell'ambulante sarebbe stata inequivocabile: “O mi dai cento euro, o ti brucio la baracca”.

egidio prete ap-2Il rivenditore, intimorito, preferì fuggire con il registratore di cassa. Prete, però, al ritorno della vittima, iniziò a cospargere di liquido infiammabile il chiosco, avvertendo di voler appiccare il fuoco. L'uomo, sempre più spaventato, a quel punto consegnò la somma richiesta, e il 33enne si allontanò, proferendo le parole che l’hanno reso celeberrimo: “Questi soldi servono per i detenuti, e ora dovete pagare tutti a me che sono il Totò Riina di Nardò”.

Una spacconata vera e propria, tanto il giudice ha escluso l'aggravante delle modalità mafiose. Di certo, a seguito di quei fatti, è poi sopraggiunta la condanna per rapina e tentata estorsione. Oltre ai tre anni di reclusione, anche 400 euro di multa. Tutto confermato in appello. Nel momento in cui Prete ritornerà in libertà, sarà sottoposto alla misura della sorveglianza speciale per un anno.  

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