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L'affare online? Una truffa. Invece dell'iPhone pagato gli arriva un sms di insulti

Un 42enne di Torino denunciato a piede libero. Gli agenti di polizia del commissariato l'hanno rintracciato dopo un'indagine partita dalla segnalazione di un 42enne neretino, che aveva versato 390 euro dopo una trattativa online, per riceverne in tutta risposta un messaggio pieno di sberleffi

NARDO’ – Cordiale e puntuale, fin quando non s’è trattato di incassare il denaro. Dopodiché, invece di mandare la merce, ha spedito un sms intriso di sberleffi e insulti. Un 42enne di Torino pensava di averla fatta franca, ma sulle sue tracce si sono messi gli agenti di polizia del commissariato di Nardò, che l’hanno rintracciato e denunciato a piede libero per truffa.

All’origine di tutto, un iPhone della Apple, gingillo per appassionati: un 46enne neretino pensava di aver fatto un affare, scovandolo sul web a 390 euro (meno della metà del prezzo praticato in commercio), ma s’è ritrovato a fare i conti con un subdolo trucco per incamerare soldi facili escogitato da un piemontese.

Tutto è nato qualche mese addietro, quando il salentino, spulciando tra le varie offerte online, attraverso un sito di annunci navigato dagli appassionati del settore, ha scovato l’offerta che gli sembrava ritagliata per le sue tasche.

Messosi in contatto via web con il venditore per concordare i particolari della trattativa, il contratto è stato perfezionato con il versamento della somma su una carta prepagata intestata a quest’ultimo, accertandosi nel frattempo dell’esistenza del telefonino tramite foto on-line e scontrino fiscale di acquisto.

Non solo. L’acquirente ha anche telefonato al venditore sulla sua utenza mobile per comunicargli di aver provveduto al pagamento, come concordato, ricevendo in cambio da quest’ultimo l’assicurazione che si stava recando presso l’ufficio postale per la spedizione. Il tutto, gli è stato illustrato, sarebbe stato di lì a poco documentato con le altre fotografie.

Rimasto in attesa, il 46 enne neretino ha però intuito dopo qualche ora che le cose non stavano come prospettategli. E, infatti, invece di ricevere una foto, alla richiesta di chiarimenti, gli è arrivato dritto a destinazione un messaggio di offese.

A quel punto, il malcapitato s’è subito recato presso il commissariato di polizia. E gli agenti diretti dal vicequestore aggiunto Pantaleo Nicolì, dopo vari accertamenti e riscontri, sono riusciti a risalire all’imbroglione. Ora il 42enne di Torino non dovrà più rispondere al 46enne di Nardò, ma direttamente all’autorità giudiziaria. Alla quale, di sicuro, eviterà di riservare nuovi epiteti. 

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